CZ5 Emigrazione
Narratore: Un ebreo di Prostejov Reporter: Heike Knapova Traduzione: Ersan Abduloski
Il 5 maggio 1939 l’esercito nazista ha occupato per primo la repubblica di Cecoslovacchia. Io sono nato in una famiglia di ebrei e i miei genitori, i quali prevedevano la cosa che ci stava per minacciare, hanno provato a lasciare il regime nazista.
Il 9 maggio 1939 abbiamo lasciato Prostejov, passata la notte a Praga siamo andati alla stazione, per andare a Trieste. Alla stazione siamo stati perquisiti dagli ufficiali della Gestapo. Io ricordo che ho cominciato a piangere quando i tedeschi non mi hanno permesso di tenere l’orologio che mi aveva dato mio zio quando ci siamo salutati. L’orologio non era nella lista degli oggetti da portare con se, quindi i tedeschi se lo sono semplicemente preso.
Il 19 dicembre 1939 siamo sbarcati a Tel Aviv, a bordo della nave italiana Galilei. Lì noi abbiamo passato il periodo della guerra fino al 1946. Fortunatamente non ne abbiamo risentito molto. Ciononostante, quando l’armata tedesca era in Egitto nel 1941, siamo stati bombardati e costretti a ripararci in un rifugio anti-bomba per molte notti,. Il primo bombardamento avvenne senza nessun preavviso in un pomeriggio d’estate. Tutt’ora ricordo esattamente che c’era un’insegnante nella nostra casa. Lui insegnava ebreo al mio fratello più grande. Sfortunatamente ci fu una grande esplosione. Noi non sapevamo cosa stava per succedere. Siamo stati fortunati che l’insegnante fosse con noi altrimenti avremmo potuto giocare in giardino dove le bombe erano cadute.
Mio padre era un soldato e sapeva cosa stava succedendo. Lui ha aperto tutte le finestre, nessuna era rotta come quella dei nostri vicini. Durante i bombardamenti almeno 200 persone hanno perso la vita.
Nel 1945 la guerra finì. I miei genitori hanno deciso di tornare in Prostejov, cz. Con l’aiuto di un’organizzazione ONU che si chiamava UNRA, fummo portati in un campo di rifugiati chiamato El-shat vicino al canale di Suez nel mar Rosso. Ancora non so perché siamo stati portati là. Il clima era terribile, in maggio c’erano 58°. In questo campo 600 esseri umani, soprattutto piccoli bambini, morirono nel corso dell’anno.
Cos’altro? Io ricordo di aver assistito ad alcune sparatorie tra la gente della Jugoslavia. A quel tempo chi era dalla parte di Tito combatteva contro chi era dalla parte del generale Michajlovich. Bene, come oggi, là nel 1946 ci sono stati combattimenti tra Jugoslavi.
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